15 milioni di euro per l’agroalimentare italiano: è quanto prevede il decreto che promuove i prodotti Dop e Igp dando fino a 300mila euro ad ogni beneficiario. Un aiuto tanto più necessario per un comparto stremato dal caro-bollette
“Comunicare in modo ancora più efficace gli elevati standard che caratterizzano i prodotti del nostro paese, in particolare per quanto riguarda la loro qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità: per questo mettiamo a disposizione del settore ulteriori importanti risorse che serviranno a promuovere l’agroalimentare made in Italy”: questa la dichiarazione del sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, che ha annunciato la firma del decreto con il quale il Mipaaf stanzia 15 milioni di euro per sostenere e incrementare la commercializzazione dei prodotti agroalimentari contraddistinti da riconoscimento Ue.
Il decreto prevede che l’importo massimo del contributo per ogni beneficiario sia di 300.000 euro e che le iniziative siano completate entro 15 mesi dalla concessione del contributo.
Un contributo destinato anche a sviluppare azioni di informazione e divulgazione sulla loro origine, le loro proprietà, caratteristiche e qualità e a sostenere azioni che ne favoriscano la crescita. Le risorse saranno a valere sulle disponibilità del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura. Saranno ammessi a presentare richiesta di contributo i consorzi di tutela riconosciuti e le associazioni temporanee fra i consorzi di tutela. Potranno essere finanziate attività come campagne di informazione, in particolare sui sistemi delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche.
Previsti anche finanziamenti per partecipazioni a fiere ed esposizioni di rilevanza nazionale e internazionale; azioni in materia di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità veicolate attraverso i principali mezzi di comunicazione tradizionale e i canali digitali e attività di divulgazione, informazione e formazione rivolta a operatori del settore della distribuzione e del canale horeca.
Filiera Italia e il caro-bollette
Si tratta di un sostegno tanto più necessario per un comparto che, come tutti gli altri, deve sostenere il peso ormai insopportabile del caro-bollette: “Col gas a 315 euro a MWh la filiera agroalimentare, che sta continuando ad operare nell’interesse del Paese sotto una pressione estrema e con perdite sempre maggiori, rischia seriamente di fermarsi”. Questo l’allarme lanciato da Luigi Scordamaglia, Consigliere Delegato di Filiera Italia.
“Tutti i comparti sono importanti ma se a fermarsi fosse la nostra filiera, che nel complesso vale 570 miliardi di euro di fatturato (25% del PIL nazionale) e impiega 4 milioni di dipendenti, la situazione diventerebbe davvero critica”, riprende il consigliere. Che non esclude una carenza sugli scaffali di alcuni prodotti giacché allevatori ed industria alimentare “stanno operando con perdite sempre più ingenti per i costi energetici esplosi e senza limite in vista”, tanto che “non si parla più di erosione dei margini (da tempo in negativo), ma di possibile stop alla produzione con problemi di approvvigionamento sul mercato interno e sulle nostre esportazioni”.
“I partiti impegnati nella campagna elettorale prendano atto della gravità e straordinarietà della situazione, e diano trasversalmente pieno mandato al Governo ancora in carica per fornire energia e gas ad un prezzo calmierato alle filiere essenziali – a cominciare da quella agroalimentare – e per negoziare con il sostegno di tutti a Bruxelles un price cap europeo subito“, sollecita, per finire, Scordamaglia.