Bricco di Neive, i vigneti più storici della cantina piemontese Dante Rivetti, danno il nome alla primissima denominazione Riserva. Una novità celebrata con la stessa Etichetta Storica che negli anni ’70 inaugurò l’ingresso di Dante Rivetti nell’azienda vitivinicola.
Oggi Katia, Mara e Ivan guidano la cantina portando avanti la filosofia del padre: “Comunicare l’amore per il nostro territorio con tutto il vino possibile”. Ne è un esempio l’arrivo del Pinot Nero tra i vitigni coltivati, con cui oggi vengono realizzati eleganti spumanti Brut.
La famiglia e l’azienda
Famiglia e terra. Radici di piante ma anche di persone: quelle della gens romana Naevia che diede il nome alla cittadina di Neive, ma anche quelle della famiglia Rivetti che proprio a Neive abita e lavora sin dalla metà dell’800. Prima “Pinin” poi Dante. Quest’ultimo, dalla seconda metà degli anni ’70, guida la cantina di famiglia che da questo momento in poi prenderà il nome di Dante Rivetti.
La questione di etichetta per l’azienda di Bricco Neive non si ferma al nome da imprimere sulle bottiglie, ma al dovere di fornire, grazie ai propri vini, piena espressività ai vitigni classici del Piemonte. Grappoli che da queste parti sono di casa, ma che addirittura per i Rivetti lo sono più che mai, visto che vengono coltivati proprio accanto alla stessa cascina dove abita la famiglia. Per la cantina Dante Rivetti vivere il vino non significa soltanto produrlo.
Con i suoi collaboratori, Ivan Rivetti si prende cura – coadiuvato dall’“enologo scienziato” Donato Lanati di Enosis Meraviglia – della cantina, un luogo in cui si fondono innovazioni tecniche e savoir fare antichi.
I vigneti
I vigneti sono curati in ogni minimo particolare, e sono tenuti continuamente sotto controllo da Dante, che con i suoi modi rustici e magari un po’ bruschi, non si lascia sfuggire nessuna imperfezione nei lavori che vengono fatti tutti rigorosamente a mano.
La potatura e i diradamenti sono i passaggi più seguiti, infatti è proprio nei suoi filari ordinati come giardini, che Dante fiero ed orgoglioso, passa maggior parte del suo tempo, portando con se amici ed esperti con cui scambiare opinioni e fare quattro chiacchiere.
Una sostenibilità da tempi non sospetti
Rispetto e cura. Due parole naturali per la cantina Dante Rivetti, soprattutto se pronunciate in rapporto alla vigna. Da sempre e non solo da ora che va (anche) di moda.
Il rispetto della pianta, e di conseguenza del territorio che la ospita, passa per la cantina di Bricco Neive proprio dalla cura.
I materiali utilizzati nel vigneto sono scelti rispettando la natura: per ovviare al problema dello smaltimento di pali in cemento, nei nuovi impianti vengono utilizzati pali in ferro e per evitare l’uso di cordini in materiale plastico per il palizzamento delle viti è stato studiato un sistema di doppi fili e molle in acciaio che durano per tutta la vita del vigneto.
Stessa attenzione è data alla sanità della terra, fattore principale che influenza la qualità dei vini prodotti, infatti da qualche anno non vengono più distribuiti diserbanti chimici: il sottofila è lavorato con un attrezzo interceppi che taglia le radici delle infestanti provocandone il disseccamento naturale, mentre l’interfila è lavorato con una trinciatrice che taglia, sminuzza e interra l’erba, contribuendo così all’arricchimento del terreno in azoto, elemento principale che la vite richiede per la sua attività vegetativa, che in questo modo è somministrato naturalmente.
Fiore all’occhiello di tutto il processo di coltivazione e produzione è infine il metodo della Lombricoltura, che permette di trasformare i rifiuti organici in HUMUS grazie alla trasformazione degli scarti attraverso l’ecologica e totalmente naturale opera del lombrico. Questo terriccio è indispensabile per mantere e reintegrare la fertilità del terreno in sostituzione ai fertilizzanti chimici.
L’impianto fotovoltaico che permette all’azienda di risparmiare fino a 200.000 Kg di CO2 all’anno, integra il concetto secondo cui il territorio non è solo un luogo bensì casa; poco importa se di uomini o di piante.