Una ristorazione gourmet nel cuore di Bagheria tra passato e presente, a due passi da Palermo: è lo chef Nino Ferreri il protagonista di un’avventura culinaria già baciata dal successo. Figlio di Sicilia per eccellenza, il giovane cuoco classe 1989 già nel nome scelto per il locale rivela la filosofia a base della sua proposta gastronomica: LIMU è una parola che arriva dal persiano rievocando le numerose dominazioni cui è stata sottoposta la Trinacria, o meglio i lunghi periodi in cui è stata il gioiello di altre civiltà o regni: dai greci ai normanni, passando per gli arabi. Passaggi storici che hanno arricchito l’isola anche a tavola, prima della dominazione (quella sì) borbonica.
E caso vuole che il ristorante nasca all’interno della antica Torre Ferrante: costruita 1565, era una delle sette che servivano a difendere il territorio cittadino. Da questo luogo il patriota italiano Andrea Cuffaro nel 1860 apriva il fuoco contro le truppe dei Borbone (da una scaletta ancora presente nella location) segnando l’inizio della rivolta cittadina durante la spedizione dei Mille di Garibaldi che avrebbe portato alla fine del Regno delle Due Sicilie e alla unificazione italiana. Non solo: la costruzione si trova a pochi passi dall’Arco della Santissima Trinità o Arco del Padre Eterno, che si può ammirare dalla terrazza al secondo piano del ristorante.
È qui che il cuoco di Trabia, giovanissimo ma con in curriculum esperienza “pesanti” da Porto Cervo alla Val Gardena, da Milano alla Svizzera sempre al fianco di chet stellati, dopo essere stato executive chef dell’Hotel Villa Athena di Agrigento, ha portato per la prima volta da chef-imprenditore la sua cucina in uno spazio contemporaneo, elegante e sobrio negli arredi, che si sposano benissimo con il tufo di aspra con cui è realizzato l’edificio.
Una cucina fresca, attenta nell’esaltare materie prime di stagione attraverso piatti a base di prodotti locali – come “d’obbligo” oggigiorno – provenienti da filiere controllate e sostenibili: piccoli fornitori di ingredienti che Ferreri sa esaltare anche con fantasia ma senza mai perdersi in arzigogolature superflue in una terra già di per sé dai forti contrasti non solo a tavola (verrebbe da dire, rifacendosi a una vecchia pubblicità di successo ad ambientazione sicula: “Antò, fa caldo…”).
Un giusto e armonioso equilibrio tra innovazione e tradizione, dove la materia prima è trattata con tutta la perizia imparata dai maestri da cui Nino è passato nei suoi intensissimi anni di lavoro in cucina, durante i quali una passione è diventata mestiere e vita. A partire da Felix Lo Basso: al suo fianco, a Selva in Val Gardena, Ferreri sale la scala gerarchica passando da commis alle colazioni a capo partita dell’Hotel Alpenroyal, dove rimane per sei stagioni. Dopo due anni trascorsi nel ristorante stellato La Table d’Adrien a Verbier, nella Svizzera francese, presso l’Hotel Chalet d’Adrien, è ancora Lo Basso a volere Ferreri al proprio fianco a Milano, al ristorante Unico. Sono gli anni di Expo e dell’esplosione di Milano quale – finalmente – destinazione mondiale non solo per la moda e il design ma anche nel food. Quattro anni fondamentali, prima di tornare in Sicilia. Dove Nino porta con sé un bagaglio umano e professionale che mette appieno nella sua proposta culinaria: tre menu degustazione di 5, 7 e 9 portate accompagnate da una carta dei vini con una selezione di etichette siciliane oltre che nazionali ed esteri in divenire, grazie ad un lavoro attento sulla cantina.
Insomma, a LIMU Nino Ferreri punta su piatti ispirati alla Sicilia e su un “gusto vero” filtrato dalle sue innumervoli prove di chef sul continente, dove l’ispirazione nasce da frammenti di vita vissuta, da luoghi che ci fanno emozionare e da ricordi rimasti indelebili nella memoria. Proprio come vuole e sa essere LIMU.