Al Teatro Parenti di Milano va di scena il food: il foyer diventa infatti Bistrot con uno chef stellato, Stefano Cerveni, e un menu milanese doc.
A portare l’esperienza gastronomica “oltre il palco” sono due manager della ristorazione all’ombra della Madonnina: il milanese doc Ugo Fava, e il socio Marco Giorgi, co-fondatori di GūD, brand che in città ha all’attivo diversi locali in location molto frequentate, come in zona City Life, Bocconi e Darsena. Dal maggio scorso, la società ha anche la gestione dell’offerta f&b dei Bagni Misteriosi di Milano, struttura ludica nata negli anni 30 come centro natatorio e culturale con piscine da 50 e 25 metri, che in inverno si trasformano in pista di pattinaggio sul ghiaccio. Recuperata qualche anno fa proprio all’esterno del Franco Parenti diretto da Andrée Ruth Shammah, è proprio il foyer del teatro, insieme alla sala Café Rouge, che adesso, mentre gli attori sono in scena, si trasformano accogliendo Parenti Bistrot by GūD, un ristorantino con tavoli e posti a sedere in cui gustare i must della cucina milanese, e qualche variazione regionale al ritmo delle stagioni.
Il menu e lo chef
Il Parenti Bistrot è un locale minimal con elementi d’arredo che richiamano i velluti borgogna di palchetti e poltrone della platea. Qui ai fornelli c’è la stella Michelin Stefano Cerveni: originario di Rovato, da 10 anni è al ristorante Due Colombe, nel cuore della Franciacorta, mentre nel capoluogo lombardo è executive di Osteria con Vista in Terrazza Triennale. Nello spazio ristorazione ricavato al Parenti, il cuoco porta i classici della tradizione della città che lo ha adottato, come la costoletta di vitello con patate al forno e il risotto alla milanese con gremolada; un piatto vegetariano stagionale (vellutata di zucca, castagne e tartufo) ma anche carne (tagliata di Fassona alla plancia, porcini e purea di sedano rapa) e pesce (scaloppa di spigola e indivia belga gratinata).
“Il Parenti Bistrot nasce per dare una continuità stagionale e sensata al servizio estivo dei Bagni Misteriosi“, spiega Cerveni. “La scelta di una carta milanese, semplice e diretta, vuole invece essere un omaggio ad André Ruth Shammah e quanto ha fatto per la città di Milano con il suo Teatro. Un progetto culturale di cui siamo orgogliosi di essere parte”.