Con una percentuale di appena il 7,2% di tutte le emissioni di gas serra prodotte a livello nazionale, contro il 44,7% dell’industria e il 24,5% dei trasporti, l’agricoltura italiana è settore leader per la sostenibilità. Lo dice Coldiretti sul nuovo rapporto Greenitaly: il crollo delle emissioni dei gas serra nel 2020 ha confermato che i veri responsabili dell’inquinamento sono le attività industriali e il traffico bloccati dalle misure restrittive legate all’emergenza sanitaria mentre gli allevamenti italiani continuavano a lavorare a pieno regime per garantire i rifornimenti alimentari.
La svolta green
Questo è un trend che vede l’agricoltura italiana ai primi posti anche a livello europeo, con emissioni pari a 30 milioni di tonnellate di Co2, la metà della Francia (76 milioni di tonnellate) e largamente sotto i 66 milioni di tonnellate della Germania, i 41 milioni del Regno Unito e i 39 milioni della Spagna. A spingere la svolta green è stata la possibilità di diversificare le attività a livello aziendale, valorizzando i residui e i sottoprodotti di origine agricola, oltre a far fronte a costi crescenti per raggiungere l’autosufficienza energetica. Obiettivo: immettere nella rete 6,5 miliardi di metri cubi di gas “verde” da qui al 2030. Come? Partendo dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la distribuzione del biometano a livello nazionale per alimentare le flotte del trasporto pubblico come autobus, camion e navi oltre alle stesse auto dei cittadini. Gli impianti di biogas in Italia oggi producono 1,7 miliardi di metri cubi di biometano ma è possibile arrivare entro il 2030 a 6,5 miliardi con la trasformazione del 65% dei reflui degli allevamenti.