Le roi ha abdicato o… è stato ghigliottinato? Se lo sta chiedendo tutto il mondo dell’alta ristorazione dopo che si è diffusa la notizia che Alain Ducasse a fine giugno lascerà la guida del ristorante tristellato Plaza Athénée di Parigi, all’interno del celebre hotel della Dorchester Collection. La decisione è stata presa di comune accordo con il gruppo Dorchester, proprietario della struttura in cui si trova da 21 anni l’iconica insegna. Ma non è passata inosservata la rapidità con cui il pluristellato chef francese (naturalizzato monegasco) prenderà la… sortie.
Peraltro, a dare l’annuncio è stato lo stesso cuoco. La motivazione? Nel tempio della cucina parigino, dove i migliori (e/o più danarosi) gourmand internazionali cercano l’acme dell’arte culinaria, l’affitto pagato è troppo alto, specie dopo un anno e mezzo di pandemia che ha pesato sui conti del locale. In realtà, all’inizio si vociferava che Ducasse avrebbe lasciato anche il ristorante due stelle Michelin nell’hotel Meurice. Ma (per) ora pare invece che non abbandonerà la guida delle altre grandi tavole del gruppo, Le Meurice e il Ducasse at the Dorchester a Londra, che insieme valgono altre cinque stelle Michelin.
Il futuro che ci aspetta
“Cari chef, per sopravvivere dobbiamo cambiare”: questo l’amminimento di Ducasse ai collghi per il post pandemia. Ma al di là delle motivazioni economiche, il mondo del fine dining è in subbuglio e molti si chiedono se questo forfait non sia l’anticamera di sommovimenti più ampi nell’ambito della cucina internazionale. Secondo i bene informati infatti, mentre lentamente si sa uscendo dall’emergenza e il mondo (occidentale) si sta risollevando dal baratro in cui era caduto dopo l’arrivo del virus di Whuan, lo chef sembrerebbe deciso a puntare per il futuro su formati più easy come Sapid, formula di street food in apertura il 6 settembre, sull’inaugurazione di nuovi ristoranti (Le Grand Contrôle a Versailles, Rech e Les Ombres presso il Musée du Quai Branly) nonché su cioccolato, caffè e gelato.
Come avevamo riportato il 14 aprile infatti, nonostante le 22 stelle (Michelin) sul petto, non dorme sugli allori il re Mida della cucina francese, che ha rivelato un grande appetito (nonché talento) anche nel mondo degli affari: dopo aver aperto bistrot e ristoranti con oltre 30 insegne, l’escursione nel mondo del cioccolato con numerose boutique Manufacture de Chocolate e in quello del caffè con il Café Alain Ducasse (e una miscela ad hoc messa a punto per il Musée du Louvre), Ducasse era in procinto di approdare nel campo del gelato artigianale, con una geleteria con il suo nome alle porte di Parigi.
Il totonomi
Ma chi prenderà il suo posto laddove brilla il maggior numero di stelle conquistate ai fornelli da Ducasse? Per il Plaza Athénée si fa il nome di Jean Imbert, vincitore della terza stagione della trasmissione tv, Top Chef. Un cuoco che ha dalla sua appeal mediatico e frequentazioni con lo star system: da poco ha tagliato il nastro a un locale con il noto cantante americano Pharrel Williams ed è stato fidanzato con un paio di attrici e una ex miss Francia. Ma è anche un “tenerone”: a Parigi ha aperto il ristorante Mamie, con la nonna ultanovantenne. Un cambio delle guardia ai fornelli che, se confermato, segna la fine di un’epoca in quello che a lungo è stato il tempio di Ducasse in avenue Montaigne. Di più: una rivoluzione.