C’è del coraggio (e anche della lungimiranza) nel gettarsi nella mischia adesso, ma come si dice, la fortuna aiuta gli audaci e i talentuosi. Detto, fatto: da pastry chef del Noma di Copenaghen a patron del Loste Café: Stefano Ferraro aprirà con il sommelier Lorenzo Cioli un format contemporaneo a Milano.
Per il trentenne torinese per anni al fianco di René Redzepi si tratta di una “evoluzione del tradizionale bar italiano, in cui oltre a a caffè e vino di grande qualità, serviamo cibo espresso che cambia ogni giorno: brioche fresche al mattino, pranzo informale di ottimo livello. Vogliamo portare qualcosa di nuovo a Milano ma allo stesso tempo qualcosa che rispetti la tradizione: un format contemporaneo e accessibile”.
L’ex pastry chef e Lorenzo Cioli – oltre che sommelier grande esperto di caffè – apriranno il locale meneghino alla fine di febbraio in zona Monforte.
Una miscela internazionale
Il Loste Café sarà una miscela di esperienze internazionali applicate alla cucina italiana. E non a caso: i due nei imprenditori hanno alle spalle entrambi una gavetta fatta all’estero: Ferraro vanta cinque anni come capo pasticceria del celebre ristorante Noma di Copenhagen, e in precedenza aveva collaborato con Joel Robuchon e Gordon Ramsay a Londra. Il toscano Lorenzo Cioli a sua volta ha lavorato in ristoranti stellati Michelin nella capitale inglese e a Copenaghen, dove ha messo a frutto e coltivato spirito di ospitalità e amore per il vino, collaborando tra l’altro con il norvegese Tim Wandelboe. Proprio lui ha stimolato nel trentenne la passione per la ricerca e la preparazione del caffè nei suoi diversi aspetti.
Nel limite del possibile e conformemente a quelle che saranno le – auspicabilmente poche – restrizioni del momento, Loste Café darà la possibilità ai clienti di mangiare al tavolo, oltre a prevedere take away e pre-ordine.