#ragionevolezzacontroilvirus
l’intervista a Luca Berti di Jako Wine
Hai pensato a fare qualche attività di formazione in questo periodo con i tuoi dipendenti? Hai dovuto prendere delle misure in tal senso?
Jako è praticamente rimasta sempre operativa. Chi stava nei campi ha avuto la possibilità di seguire la crescita delle vigne, chi seguiva la parte commerciale ovviamente da casa ha proseguito nei propri contatti con tutto il mondo e la parte vendite, grazie alla esternalizzazione del magazzino ad una società di logistica specializzata ha continuato a organizzare spedizioni in quelle parti del mondo che meno hanno risentito del Covid-19. Mi riferisco al Nord Europa e parte del Far East. Certamente la scelta di avere un partner logistico si è dimostrata vincente.
Hai pensato di istituire un servizio di e-commerce aggiuntivo o di potenziarlo per l’azienda vinicola?
Il servizio di e-commerce era già operativo e durante il lock down ha registrato un incremento di ordini Italia considerevole. Quello che abbiamo fatto è investire maggiormente sui social per “alimentare” l’e-commerce che senza “benzina informativa” non produce e non può produrre più di tanto. L’analisi quindi dei nostri amici/clienti per capire meglio le loro esigenze e cosa più interessa a loro. Questo per ragionare sul presente ma soprattutto sul futuro.
Come vi siete organizzati per dare continuità all’attività?
Come sopra specificato, affidando il nostro magazzino vini ad una società specializzata (Aerologistik) che avendo celle a temperatura garantisce ai nostri vini una garanzia di qualità indispensabile. Questa scelta, in ragione del fatto che questo tipo di società sono state esentate dal lockdown, ci ha consentito di vendere e consegnare ordini in Italia e all’estero quotidianamente. Ovviamente il calo delle vendite c’è stato, essendo noi molto focalizzati su Horeca, ma mai alcun blocco. Contemporaneamente abbiamo organizzato webinar e degustazioni online con clienti e giornalisti per poter continuare a far conoscere il nostro lavoro e i nostri vini anche se costretti in casa.
Cosa hai fatto in questo periodo a casa?
Ho cercato di coordinare le varie attività fra i miei collaboratori. Fortunatamente tutti siamo dotati di strumenti con i quali ogni giorno non solo ci sentivamo ma potevamo vederci e quindi è stato un modo “speciale” di lavorare ognuno in un posto diverso ma sempre con la voglia di stare insieme e proseguire nella nostra avventura. La riscoperta della calma e della quiete, durante alcune degustazioni private dei nostri vini mi ha fatto percepire ancora di più la qualità che siamo in grado di poter offrire ai nostri clienti.
Che messaggio vuoi inviare al mondo, considerata anche l’importanza che la clientela internazionale ha sempre avuto per voi?
La richiesta di Made in Italy nel mondo è in costante crescita. Questo in tutti i settori e moltissimo anche nel vino. In questi ultimi anni il segmento ha prodotto e sta producendo a livelli qualitativi incredibili crescendo e consolidandosi sempre più a livello mondiale. Abbiamo solo necessità di un ritorno alla normalità che credo e spero avverrà in tempi brevi.
Come pensi andrà il settore del turismo, della ristorazione e del vino e quali sono le azioni che il governo dovrebbe fare per aiutare il comparto? Quale pensi dei tre sia quello che supererà con maggiore facilità la crisi e quale meno?
Credo che purtroppo il Governo attuale sia stato incapace di aiutare le imprese del territorio. Sfortunatamente questo è un problema che non ha colore e che si ripete da anni. Ognuno di noi ha capito che deve lottare da solo per sopravvivere. Questo certamente crea una penalizzazione rispetto ad altre nazioni che hanno e stanno ricevendo aiuti.