#ragionevolezzacontroilvirus
l’intervista a Rocco De Santis, chef del Santa Elisabetta all’interno dell’hotel Brunelleschi, 1 stella Michelin
Hai pensato a fare qualche attività di formazione in questo periodo con i tuoi dipendenti? Hai dovuto prendere delle misure in tal senso?
Abbiamo istituito attraverso meeting settimanali un team “ripartenza” per poter creare degli standard, idee e concetti per essere pronti non appena questa situazione finirà con tutti i capo servizi del Brunelleschi Hotel. Per quanto concerne la mia brigata ci aggiorniamo via chat su idee, piatti e riflessioni cercando di tenere alta l’adrenalina per ripartire al meglio, più forti di prima.
Cosa hai imparato dalla quarantena?
Nella mia carriera non mi era mai capitato di stare così tanto tempo a casa, ma ha cercato di dedicare tempo a tutte quelle cose che non riesco a fare per il mio lavoro: la famiglia in primis , hobby, ma più di tutte fare il papà . Mi sono dedicato anche ad approfondire la conoscenza delle nuove tecniche di cottura, o dei processi di lievitazione, a nuove idee legate alla sostenibilità ed impatto ambientale, oltre ai miei sogni di speranza per poter al meglio riprenderci la nostra “comfort zone “.
Cosa vorresti dire all’estero sulla cucina italiana?
C’è poco da dire, noi all’estero per quanto concerne l’immagine del buon cibo abbiamo un’ottima reputazione, direi una delle migliori al mondo e chi visita l’Italia lo sa bene, sceglie il nostro Paese anche per questo motivo.
Che messaggio vuoi inviare al mondo, considerata anche l’importanza che la clientela internazionale ha sempre avuto per il vostro business?
Un modello di italianità a 360° di “ piacere&condividere” tutto italiano potrebbe essere un leitmotiv. Siamo un popolo unico, che ama circondarsi di persone , che ama far sorridere con una battuta, o con una canzone, ma anche con la condivisione di un piatto di spaghetti dietro al quale si
nasconde una storia di artigianalità, un aneddoto o un ricordo di famiglia, tutti valori che si concretizzano in maniera naturale nel cibo e nella cucina che per noi è molto di più di consumare un pasto, ma è sinonimo di cultura che vede nel cibo un’espressione di creatività finalizzata a far star bene se stessi e gli altri, contribuendo ad accrescere nell’immaginario Internazionale l’idea del nostro Paese.