#ragionevolezzacontroilvirus
L’intervista a Romina Leopardi di Tenute Rubino
Come siete organizzati per dare continuità all’attività?
La parola d’ordine è stata non perdere il contatto con nessuno, clienti, rete vendita, privati, fornitori. Ogni ramo aziendale è stato riorganizzato di conseguenza. Una parte del team ha continuato l’attività in modalità smart working, molto lavoro si è spostato sul piano virtuale, il tempo di prendere dimestichezza con gli strumenti e le piattaforme e abbiamo ripristinato, e mantenuto, le relazioni con tutti.
Avete pensato di istituire un servizio di e-commerce aggiuntivo o di potenziarlo? Come siete strutturati in tal senso?
Avevamo un e-commerce già prima dell’emergenza ma, ovviamente, la situazione ci ha portati tempestivamente a implementarlo. E’ stato potenziato il CRM in modo particolare, abbiamo strutturato un piccolo team che se ne occupa.
Avete pensato a fare qualche attività di formazione particolare in questo periodo con i vostri dipendenti?
Certamente. Abbiamo approfittato di questo frangente per potenziare alcuni ambiti. La formazione del team interno è sempre stata parte integrante della nostra organizzazione ma il lockdown ci ha permesso di concentrarci di più: abbiamo organizzato tastings interni virtuali, la direzione ha fornito indicazioni per seguire webinars e dirette a cui sono seguiti dibattiti e confronti virtuali interni.
Avete attuato delle iniziative particolari?
Abbiamo sentito molto l’esigenza di dare il nostro piccolo contributo per sostenere l’emergenza. Abbiamo organizzato una raccolta fondi attraverso l’iniziativa Calice Solidale. Da fine marzo fino al 12 aprile tutti i proventi delle vendita online, attraverso il nostro e-commerce, dei nostri vini sono stati devoluti alla Protezione Civile e alla Caritas Italiana.
Cosa hai fatto a casa in questi giorni che abbiamo avuto più tempo?
Ho sfruttato l’opportunità, imperdibile, unica, di stare più tempo con la mia famiglia. Lo ammetto, è stato bellissimo. Pranzi e cene sono diventati gli happenings quotidiani, seduti a tavola a pasteggiare e degustare tanti vini diversi tirati fuori dalla nostra cantina per l’occasione è stata la cosa più divertente che abbiamo fatto.
Cosa vorresti dire all’estero sull’ospitalità italiana. Che messaggio vuoi inviare al mondo, considerata anche l’importanza della clientela internazionale?
Vorrei dire che dobbiamo avere tutti solo un po’ di pazienza. Dobbiamo attendere che la situazione si normalizzi e poi tornerà ad essere tutto come prima. Anzi, direi meglio, con una maggiore consapevolezza delle bellezze che ci circondano e che chiedono di essere rispettate. Noi italiani siamo conosciuti da sempre per il nostro senso dell’ospitalità, non sarà necessario ricordarlo.
Come pensi andrà il settore del turismo, della ristorazione e del vino e quali sono le azioni che il governo dovrebbe fare per aiutare il comparto? Quale pensi dei tre sia quello che supererà con maggiore facilità la crisi e quale meno?
Tutti questi settori hanno subito un grande danno e, a mio avviso, le vere conseguenze le pagheremo più in là, ora ne abbiamo una percezione parziale. Il più colpito è sicuramente la ristorazione ma, in ogni caso, sono tre settori interconnessi pertanto soffrono insieme e insieme dovranno trovare delle modalità di lavoro alternative per superare la crisi. Il sostegno del governo è fondamentale, non si può prescindere. Sicuramente un allentamento della burocrazia può essere di grande aiuto. Un esempio? E’ necessario snellire le autorizzazioni per usufruire degli spazi aperti, questo permetterà ai ristoratori di perdere meno coperti nel rispetto delle distanze di sicurezza e agli avventori di vivere un’esperienza gastronomica in maggiore tranquillità. Il periodo estivo in questo ci viene incontro. E’ solo un esempio, sono tante le iniziative e gli aiuti che si dovranno attivare. La crisi aguzza l’ingegno: si deve aprire un tavolo di confronto e decidere in fretta il da farsi.