#ragionevolezzacontroilvirus
L’intervista Nico Conta Presidente della cantina Enrico Serafino
Hai pensato a fare qualche attività di formazione in questo periodo con i tuoi dipendenti? Hai dovuto prendere delle misure in tal senso?In azienda siamo abituati a fare regolarmente attività di formazione, discussione e confronto. Per questo motivo ci è venuto naturale continuare sulla stessa falsariga utilizzando le piattaforme di comunicazione a distanza.
Hai pensato di istituire un servizio di e-commerce aggiuntivo o di potenziarlo per l’azienda vinicola?Al momento la nostra priorità è pensare al futuro e alla ripresa che vediamo nel segno della vicinanza ai nostri venditori e clienti. Il canale distributivo lungo può nascondere alcune inefficienze ma è l’unico in grado di provvedere quelle attività di assistenza e consulenza molto utili al consumatore. A queste poi si aggiunge, sempre con un elevato standard di professionalità, l’attività di scouting di nuovi vini e prodotti. Ripartiremo da questi valori per pensare il nostro sviluppo.
Come siete organizzati per dare continuità all’attività?
La cosa più importante per noi è la salute. Pertanto, abbiamo attivato lo smart working per tutto il personale dell’ufficio. Le lavorazioni in vigneto e cantina sono proseguite applicando tutte le cautele e le prescrizioni che la normativa e il buon senso suggeriscono. L’unica attività completamente chiusa è quella delle visite e delle degustazioni per evitare rischi inutili ai visitatori e al nostro personale.
Cosa farai a casa ora che hai più tempo?
Lavoro pensando alla risposta culturale da dare a questa emergenza. Intendo a quali valori dovremo mantenere e quali dovremo modificare nell’approccio al lavoro e alla vita dopo il Covid19. Si tratta di una risposta culturale, di cambiare modo di pensare in molti ambiti evitando però di buttare via il bambino con l’acqua sporca.
Cosa vorresti dire all’estero sull’ospitalità italiana?
Nel corso degli anni l’ospitalità italiana si è guadagnata un posto tra le eccellenze mondiali. Questo non cambia anche dopo l’emergenza e anzi sarà il vero punto di forza e di attrazione per gli ospiti stranieri. Cultura, varietà della proposta e professionalità dell’ospitalità italiana andranno ancora a vantaggio di tutti i clienti italiani e stranieri.
Che messaggio vuoi inviare al mondo, considerata anche l’importanza che la clientela internazionale ha sempre avuto per voi?
L’offerta italiana si è sempre basata sull’eccellenza della qualità e la trasparenza delle produzioni. Questi sono valori che diventeranno sempre più rilevanti nel post emergenza. La qualità rimane la sola risposta adeguata al cambiamento imposto dagli eventi e in questo percorso l’Italia è molto avvantaggiata.
Come pensi andrà il settore del turismo, della ristorazione e del vino e quali sono le azioni che il governo dovrebbe fare per aiutare il comparto? Quale pensi dei tre sia quello che supererà con maggiore facilità la crisi e quale meno?
Il Governo Nazionale ed Europeo devono provvedere la certezza della liquidità nel brevissimo periodo. Più che del denaro abbiamo bisogno di sapere che è pronto un paracadute da utilizzare in caso di bisogno. Chi ce la fa da solo potrà farne a meno ma gli altri devono potere concentrarsi sulla ripartenza senza la spada di Damocle di una possibile crisi di liquidità. Con questo presupposto gli imprenditori di questi tre settori potranno utilizzare le loro capacità per risollevarsi. Penso che il turismo avrà più problemi nella ripartenza perché coinvolge il lasciare completamente e più a lungo
quegli ambiti in cui ci sentiamo più protetti. La ristorazione riprenderà più velocemente complice anche il servizio a domicilio e la bella stagione che faciliterà il distanziamento sociale.
Il vino dovrà aumentare i suoi consumi nelle case dei consumatori e in questo tutta la filiera può essere di aiuto: le enoteche in primis ma anche la ristorazione a domicilio oltre che ad un e-commerce pensato per il bene del prodotto e del consumatore e non solo come risposta emotiva al momento critico.