#ragionevolezzacontroilvirus
Roberto Toro, chef del Belmond Grand Hotel Timeo
“Sarà una ripartenza dura”
Fra appelli alla calma e inviti a starsene chiusi in casa, fra economia al collasso e diffusione progressiva del virus, BARtù ritiene corretto dare la voce ai propri lettori, nel nome della ragionevolezza: professionisti che si sono ritrovati all’improvviso nella condizione di dover cessare temporaneamente la propria attività, anche in virtù dei decreti governativi che puntano a ridurre i contagi nell’arco delle prossime settimane. La nostra speranza è che questo obiettivo possa essere raggiunto in un tempo ragionevole e breve, che consenta la riapertura delle attività e la ripresa dell’economia
Giorno dopo giorno intervistiamo i grandi operatori della ristorazione italiana, tra chef, sommelier, bartender, operatori dell’hotellerie, per intervistarli su cosa pensano del decreto che ha chiuso i loro ristoranti per il contenimento del Coronavirus e quale possa essere il futuro della ristorazione italiana: la parola a Roberto Toro, 1 stella Michelin all’ Otto Geleng all’interno del Belmond Grand Hotel Timeo a Taormina
Se volete leggere qualche altra intervista cliccate qui.
Di Camilla Rocca
Pensi che lo Stato ti aiuterà alla fine di questo periodo di chiusura? In che modo?
Lo Stato ha messo in campo attualmente delle misure di sostegno al reddito che sicuramente ci aiutano in questo momento transitorio, ma mi auguro che venga studiata subito dopo un’azione strutturata e coordinata per rilanciare il sistema turistico del Paese e ripartire tutti insieme con rinnovata forza.
Hai pensato a fare qualche attività di formazione in questo periodo con i tuoi dipendenti? Hai dovuto prendere delle misure in tal senso?
Facendo parte della grande famiglia Belmond, seguo le attività di formazione e ricreative che l’azienda ha strutturato in questo periodo di lontananza forzata (corsi online di inglese, aperitivi virtuali, etc.).
Hai pensato di istituire un servizio di delivery?
Lo abbiamo pensato ma dato che i nostri hotel sono stagionali, anche la nostra cucina era chiusa da gennaio e sarebbe stato complicato aprirla.
Cosa farai a casa ora che hai più tempo?
Trascorro molto più tempo con la mia famiglia, mia moglie e i miei due figli. Insieme sperimentiamo molto in cucina: questo periodo mi sta aiutando a godere appieno degli affetti, che sono la cosa più importante.
Cosa vorresti dire all’estero sulla cucina italiana?
La cucina italiana, oltre ad essere universalmente riconosciuta come una delle migliori al mondo, è uno straordinario strumento di comunicazione e di promozione di un territorio. In questo momento, più che mai, credo che il nostro compito come Chef sia quello di veicolare non solo ricette da replicare a casa, ma anche il sistema di valori che sta alla base della dieta mediterranea e alla base della cultura italiana del cibo, da sempre portatrice di valori autentici come quello della famiglia, della condivisione e del piacere di stare insieme.
Che messaggio vuoi inviare al mondo, considerata anche l’importanza che la clientela internazionale ha sempre avuto per il vostro business?
In questo periodo riceviamo moltissimi messaggi di speranza e di affetto dai nostri ospiti affezionati che non vedono l’ora di tornare in Italia: a loro voglio dire che noi ci siamo e ci saremo ancora più forti di prima non appena sarà nuovamente possibile viaggiare.