“Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile” è la mostra inaugurata per Parma Capitale della Cultura 2020 promossa da Fondazione Barilla in collaborazione con National Geographic Italia, Sustainable Development Solutions Network Mediterranean, Madegus e Civicamente, inserito in un protocollo d’intesa col MIUR.
La mostra
Un percorso esperienziale che vuole sottolineare il forte legame che esiste tra la tutela della nostra salute e quella del Pianeta, a cominciare da quello che mettiamo ogni giorno nel piatto. Un percorso multimediale che arricchisce il programma educativo della mostra: la produzione di cibo è infatti l’attività dell’uomo che contribuisce di più al cambiamento climatico (fino al 37%), superando il riscaldamento degli edifici (23,6%) e i mezzi di trasporto (18,5%). Ecco perché occorre ripensare il modo viene prodotto.
I pareri degli esperti
“C’è un’emergenza che è sotto gli occhi di tutti, il nostro modello di vita non è più sostenibile. Migliaia di ragazzi chiedono a noi adulti, ai politici e a chiunque ne abbia la capacità, di fare qualcosa di concreto. C’è un rischio concreto di estinzione di specie animali e vegetali, al tempo stesso le emissioni di gas serra sono quasi raddoppiate rispetto al 1980 portando a un aumento della temperatura di circa 0.8°C rispetto all’inizio del secolo” ha spiegato Riccardo Valentini, membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change ‐ IPCC, Premio Nobel per la Pace nel 2007.
“L’alimentazione, la nutrizione e la tutela dell’ambiente sono elementi fortemente uniti tra loro e possono contribuire, in modo diretto e indiretto, alla realizzazione degli SDGs. Curando la nostra terra e adottando un’agricoltura sostenibile, le generazioni presenti e future saranno in grado di nutrire una popolazione in crescita e di mitigare i cambiamenti climatici, consumando meno acqua e producendo meno gas a effetto serra. Con questa mostra desideriamo far nascere in tutti, giovani generazioni e non, un senso di cittadinanza attiva e una crescente consapevolezza che porti a ripensare i nostri sistemi agroalimentari. Puntiamo a sensibilizzare le coscienze, mettendo al centro una corretta educazione, alimentare e ambientale, per dar vita a questo cambiamento”, ha dichiarato Anna Ruggerini, Direttore Operativo di Fondazione Barilla.
“Tra trent’anni sulla Terra ci saranno dieci miliardi di bocche da sfamare. E già oggi – tra sfruttamento delle risorse naturali, occupazione dei suoli, riduzione della biodiversità e attività che influiscono in modo drammatico sul clima – abbiamo portato il pianeta sull’orlo del collasso. Perché possiamo consegnare alle generazioni future una prospettiva di salute e di benessere, è indispensabile ripensare tutto il sistema alimentare, dall’agricoltura alla nostra tavola. “Ispiriamo le persone a prenderci cura del pianeta” è il motto della National Geographic Society, ed è per questo che abbiamo accolto con convinzione ed entusiasmo l’opportunità di collaborare a questa iniziativa, nello spirito di stimolare una maggiore consapevolezza delle sfide che ci aspettano sia nelle singole persone sia nelle istituzioni”, ha dichiarato Marco Cattaneo, Direttore del National Geographic Italia che, in occasione dell’appuntamento, ha fatto da guida alla mostra della Fondazione Barilla.