Si è chiusa a metà ottobre la lunga vendemmia 2013 di Cantina di Vicobarone, una vendemmia che è stata caratterizzata da alcune peculiarità, in alcuni casi in controtendenza rispetto a quello che è accaduto in altre aree italiane. In primis non ci sono stati forti anticipi di maturazione e la conclusione della raccolta delle uve nere è avvenuta a metà ottobre; in secondo luogo, in questa annata, è prevalso il vigneto sul vitigno, vale a dire che sono tornati in evidenza i terreni ben esposti, dove la qualità dell’ambiente fa la differenza, soprattutto per le uve nere. La maturazione delle uve ha inoltre avuto andamenti diversi da zona a zona, anche nella stessa fascia altimetrica comportando, di conseguenza, una raccolta mirata ai caratteri del singolo vigneto. Altra peculiarità le gradazioni zuccherine, e quindi quelle alcoliche, sono risultate buone, ma senza le punte degli ultimi anni. Per contro, sono risultati elevati il tenore in acidità, con ph bassi e buone quantità di acido malico e tartarico. In linea con l’anno precdente, la raccolta è risultata tendenzialmente scarsa, a differenza di altre zona d’Italia dove si sono verificati corposi incrementi. Questo il commento dell’enologo della Cantina di Vicobarone Paolo Bernardi (nella foto): “Nel complesso, possiamo dire di essere più contenti dei risultati conseguiti con le uve bianche (in particolare Malvasia di Candia Aromatica e Ortrugo) rispetto a quelle a grappolo nero (soprattutto Barbera e Croatina). Anche a vino compiuto, i prodotti bianchi ci danno maggiore entusiasmo, grazie a un complesso olfattivo molto ampio e a una sapidità sicura e armonica. Anche la quantità nelle uve bianche ci ha premiato con un piccolo incremento rispetto al 2012”. In cocnlusione le uve nere hanno dato buoni risultati, anche se, come spiega l’enologo, avrebbero avuto bisogno di qualche giorno di caldo in più per regalare un prodotto completo, ma “Ogni anno, com’è logico, è diverso dagli altri – ci ricorda Paolo Bernardi -. Quest’anno faremo i conti con ricchezze alcoliche un po’ meno esuberanti e con acidità più decise, ma il tempo e la tecnica aiuteranno a trovare le migliori armonie possibili. Le partite che abbiamo già svinato ci confermano questo trend tra alcool e acidità. Dal punto di vista estetico, c’è la presenza di colori belli, di ottima tonalità e buona intensità. Staremo a vedere come evolveranno nel futuro, tenendo conto che la parte preponderante verrà commercializzata giovane e solo una quota, quella di vini più strutturati, verrà destinata a più lunghe maturazioni e affinamenti”.
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